Weekly Playlist N.34 (2021)

 

E alla fine ce l’abbiamo fatta: non solo la canicola da record registrata nelle scorse settimane si è dileguata in un battito di ciglia, ma a scacciarla sono stati per giunta i due grupponi più attesi dell’estate, che in rapida sequenza ci hanno svegliato dal torpore stagionale – chi con dilatati giri riflessivi e chi con groove ed assoluta spavalderia, in ogni caso rispettando i criteri di qualità imposti dai propri monicker senza tuttavia far sorgere dubbi sull’utilità dei rispettivi rilasci discografici.
Se siete soliti leggere i nostri sproloqui del giovedì allora non faticherete a dedurre di chi stiamo parlando, quindi affrettatevi a prendere posto in platea visto che sta finendo l’arpeggio introduttivo di “Träldomsord” e i Thyrfing sono già all’assalto con una delle migliori frecce nella faretra di nome Vanagandr”, nuovissimo album degli svedesi che finalmente ci ha fatto riprovare tutta quella tragica vitalità che è un po’ il loro marchio di fabbrica da anni ad oggi. Stessa approvazione da parte dei fedeli sostenitori la stanno raccogliendo gli statunitensi Wolves In The Throne Room con Primordial Arcana”, ulteriore conferma per una band che anche soltanto nei dieci minuti di “Masters Of Rain And Storm” vanta una gamma espressiva che solo i migliori possono permettersi in un’intera discografia. La quantità di sfumature, sensazioni e scenari trasmessi da codeste opere magne ha richiesto e richiederà una devozione pressoché totale ancora per qualche tempo, ma casomai servisse una distrazione dopo la quale rigettarsi a capofitto su di essi noi qui consigliamo anche Thrall Of Winter’s Majesty” dei Ringarë, duo sempre statunitense che anziché andare in giro per il Medio Oriente a combinare guai ha rilasciato il suo sophomore record durante aprile, segnalatovi oggi dalla corposa “Witness To Winter’s Lament” e dalla sua doppia cassa in delirio d’onnipotenza.
Con due simili portate ed un contorno bello rafforzante, il 2021 si congeda per oggi a testa altissima e ci lascia in affido a due anniversari perfetti come break prima di una pioggia di consigli di ascolto raccomandati dai brutti ceffi in redazione, in parte opposti per scelte stilistiche ma affini nel rinsaldare la reputazione presso i nostri seguaci (quando non la presenza negli archivi di Darkest Past) di annate usualmente meno riverite quali 2011 e 2001. Proprio scorrendo l’archivio di scritti vergati con sudore e passione vi potrete accorgere che il più recente riguarda ora i dieci anni tondi di Slovo”, uno dei nostri preferiti tra gli svariati kolossal concepiti dagli Arkona di Russia nelle loro quasi due decadi di gloria imperitura, che oggi rinverdiamo come si deve con l’opener “Arkaim”. La seconda ricorrenza ci porta invece in Svezia per un altro celeberrimo caso di omonimia, poiché nel 2001, appena dodici mesi prima che Masha e compagni cominciassero a mettere nero su bianco le loro primissime composizioni iniziali, il nemmeno maggiorenne Niklas Kvarforth era già alla seconda uscita principale dei suoi Shining, ovvero il Livets Ändhållplats” che partiva dall’eloquente “Ett Liv Utan Mening” e vedeva il frontman per la prima volta stabile (si fa per dire) dietro al microfono.
A voler essere precisi mancherebbe poi giusto un mesetto al genetliaco di Forests Of Witchery”, lo spettacolare esordio dei finnici Thy Serpent, ma per quanto ci riguarda è impossibile dire no allo sguardo magnetico del patrono Sami Tenetz e alla sua chitarra avvolgente nella mirabile “A Traveller Of Unknown Plains”, dovuto antipasto alle celebrazioni in arrivo prossimamente ed allo stesso tempo un primo assaggio della cinquina selezionata per un fine settimana infernale; ed è esattamente un’infernale cinquina dritta sul grugno quella che vi tirano gli svedesi Pest con “Blessed By Hellfire”, quattro minuti scarsi di cattiveria che i discepoli delle mazzate più dure potranno trovare nel full del 2008 Rest In Morbid Darkness” nonché consumare insieme agli altri brani inclusivi. Un paio di anni indietro ed in rapida sequenza abbiamo poi i Black Messiah, compagnia tedesca dal gusto pagano-sinfonico pronta ad esaudire il fabbisogno di testosterone teutonico mediante la traccia omonima del terzo album Of Myths And Legends”, mentre gli Stati Uniti siglano un gran colpo di coda attraverso Screams In Cold Silence”, unico disco in studio prodotto sinora dagli Isenblåst autori della nondimeno frastornante “Blackened Flames”. Si giunge infine all’ultimo scoglio di fronte al porto, e dato il cospicuo chiacchiericcio generato da un certo festival finlandese che a quanto pare sta facendo sudare freddo l’internet per molteplici ragioni noi in chiusura ci piazziamo l’eloquente “The Sign Of Master” dei Satanic Warmaster, un po’ per promuovere oltre ai lavori più famosi anche il notevole EP del 2007 intitolato Revelation” e un po’ perché alla fine l’importante è mandare avanti la caciara, a prescindere da ciò che ognuno potrebbe pensare: è il web, gente, mica la vita vera.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Thyrfing“Träldomsord” (from Vanagandr”, Despotz Records 2021)

2. Wolves In The Throne Room“Masters Of Rain And Storm” (from Primordial Arcana”, Century Media Records 2021)

3. Arkona“Arkaim” (from Slovo”, Napalm Records 2011)

4. Shining“Ett Liv Utan Mening” (from “II: Livets Ändhållplats”, Selbstmord Services 2001)

5. Thy Serpent“A Traveller Of Unknown Plains” (from Forests Of Witchery”, Spinefarm Records 1996)

6. Pest“Blessed By Hellfire” (from Rest In Morbid Darkness”, Season Of Mist Records 2008)

7. Black Messiah“Of Myths And Legends” (from Of Myths And Legends”, AFM Records 2006)

8. Isenblåst“Blackened Flames” (from Screams In Cold Silence”, Austenitized Records 2017)

9. Ringarë“Witness To Winter’s Lament” (from Thrall Of Winter’s Majesty”, Amor Fati Productions 2021)

10. Satanic Warmaster“The Sign Of Master” (from Revelation” (EP), No Colours Records 2007)

Michele “Ordog” Finelli

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